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Fondo De Tuddo

Fondo De Tuddo

Giornalista, sceneggiatore teatrale e cinematografico, nonché cultore di cose romane, De Tuddo
iniziò la sua carriera come collaboratore de Il Tempo sul finire della Seconda guerra mondiale. Degli
stessi anni è l’incontro con Sandro Giovannini e poi con Pietro Garinei, con i quali si dedicò al teatro
di rivista scrivendo, negli anni successivi, decine di commedie musicali di successo.
Nel 1944 rifondò, insieme a Giovannini, Garinei e Franco Monicelli, fratello maggiore di Mario, il
giornale umoristico Cantachiaro, che aveva sospeso le sue pubblicazioni sotto il regime
mussoliniano. La satira corrosiva del settimanale, che investiva sia temi politici che di costume, ebbe
un successo tale che dai suoi testi i quattro fondatori ricavarono un omonimo spettacolo di varietà.
La collaborazione tra gli autori proseguì poi con un secondo settimanale, Soffia Sò, diretto proprio
da De Tuddo, che vide anche il contributo di Federico Fellini in qualità di illustratore.
Nel 1946 il giornalista entrò a far parte della redazione del Don Basilio, foglio umoristico
dichiaratamente repubblicano, anticlericale e antidemocristiano; dalle sue pagine perorò la causa
del Fronte popolare, cartello elettorale formato da socialisti e comunisti per le elezioni del 1948.
Negli anni ’50 De Tuddo affiancò alla professione di giornalista quella di soggettista e sceneggiatore
cinematografico, firmando in un decennio circa 12 film, che videro come interpreti, tra gli altri, Totò,
Sophia Loren, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi ecc. Al tempo stesso proseguì la carriera giornalistica,
specializzandosi come cronista parlamentare: prima per Momento, poi per Momento Sera e altre
testate, fino a diventare capo ufficio stampa della Camera dei Deputati.
Il suo interesse per le vicende e la storia della Città eterna trovò invece una prima testimonianza
nella rubrica “Aria di Roma”, che curò per Il Messaggero. Fecero poi seguito alcune pubblicazioni,
tra le quali ricordiamo: Roma quarto giorno. Viaggio nella Roma sconosciuta per i romani distratti e
i turisti frettolosi (Libreria Frattina 1967), I diavoli del Pantheon e altre curiosità romane (Edizioni del
Tritone 1969), Calendario romano (Golem 1970) e Maldiroma (NER 1981).
L’ampia raccolta di libri sull’Urbe che aveva riunito nei suoi anni di studio e lavoro è stata donata
alla Biblioteca statale Antonio Baldini, perché possa servire da strumento per avvicinare i giovani
alla città che De Tuddo ha amato e raccontato per tutta la vita.
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telefono: 06 67235143

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