Lunedì Giovedì Venerdì 8.30 – 14.30 Martedì Mercoledì 8.30 – 19.00

Storia

Biblioteca Antonio Baldini

La Biblioteca Statale “Antonio Baldini”

La Biblioteca Statale “Antonio Baldini” di Roma fu fondata nel 1962 dall’Ente Nazionale Biblioteche Popolari e Scolastiche subito dopo la scomparsa di Antonio Baldini, scrittore e critico letterario, che fu vicepresidente dell’ENPS, e si trova in uno stabile al centro del quartiere Pinciano-Parioli, subito sotto a Villa Borghese. La biblioteca fu istituita in accordo ai più aggiornati criteri della biblioteconomia del tempo, e si pose subito come una biblioteca modello, di carattere generalista, rivolta soprattutto a un’utenza di quartiere, larga e giovane: in breve, una biblioteca popolare (il nucleo fondante era infatti costituito da testi di base e classici di narrativa e saggistica indispensabili), che si distingueva per la modernità, la funzionalità e la capacità di aggiornare le collezioni.

Nel 1977, dopo la soppressione dell’ENBPS, la biblioteca fu acquisita dallo Stato e destinata all’allora Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, istituito nel 1975. Fin dall’avvio delle attività, la Biblioteca Baldini si era posta come obiettivo quella di essere un istituto amichevole nei confronti dei suoi utenti, fin dai tempi in cui l’“amichevolezza” non era percepita come un valore fondamentale per una biblioteca: l’idea, scriveva nel 2001 l’allora direttrice Silvia De Vincentiis, era quella di aprirsi cercando di raggiungere elevati standard “per quanto riguarda funzionalità, amichevolezza, competitività nell’offerta dei servizi, adeguato rapporto costi / utilizzatori”. Attualmente la Biblioteca è aperta al pubblico a pieno regime, consente un numero massimo di 84 utenti, e si rivolge soprattutto agli studenti universitari, per i quali nel tempo la Baldini è diventata anche un punto di ritrovo.

Il patrimonio della Biblioteca consiste attualmente di circa 140.000 volumi. Di particolare importanza sono il Fondo e l’Archivio Paolo Monelli, che documenta gli interessi e l’attività del giornalista e scrittore Paolo Monelli (oltre che le edizioni delle sue opere), con annesso fondo fotografico, e poi ancora l’archivio dell’associazione Teatro Club, anch’esso con la sua preziosa fototeca, e poi il Fondo Gian Gaspare Napolitano che comprende la biblioteca e l’archivio del giornalista e scrittore. Ancora, tra i fondi pregiati spiccano la Donazione De Tuddo, una raccolta di opere su Roma (con anche alcune edizioni del Settecento e dell’Ottocento), mentre di recentissima acquisizione (2022) è il Fondo di Massimo Bordin, giornalista, direttore di Radio Radicale fino al 2019, anno della sua scomparsa: si tratta di materiale (perlopiù libri e documenti) che racconta la storia italiana dagli anni Settanta a oggi, soprattutto dal punto di vista della politica nazionale e internazionale.


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